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Mai sottovalutare i saluti


di Zefiro2022
17.12.2022    |    3.646    |    0 9.7
"Io in giro per la città, stracolmo di impegni di lavoro che mi avrebbero occupato tutta la giornata ed ero costretto ad abbandonare il piacevole incontro con..."
(disclaimer: Nomi di persone, nomi di bar, mansioni e luoghi sono frutto della mia fantasia)
Era una mattinata di un assolato venerdì di Maggio.
Io in giro per la città, stracolmo di impegni di lavoro che mi avrebbero occupato tutta la giornata ed ero costretto ad abbandonare il piacevole incontro con Francesca che andava avanti da diverso tempo.
Francesca era una piacevolissima donna sposata, dotata di grande fascino ed eleganza e che aveva raggiunto diversi obiettivi e realizzazioni nella sua vita, trovandosi improvvisamente a ricercare nuovi stimoli all'esterno della sua vita privata. Ci eravamo conosciuti tramite il sito di annunci69 e organizzavamo periodicamente e in totale complicità degli intimi incontri in B&B da me prenotati.
Ma torniamo al racconto.
Sfumata l'ipotesi di poterci incontrare in quel pomeriggio, eravamo d'accordo per poterci comunque salutare dopo esserci aggiornarti sugli impegni reciproci. Non spaventava l’idea di vederci in giro: con la tranquillità della luce del giorno appariva tutto ordinario e inquadrabile nelle normali routine quotidiane e lavorative ove ci si incontra normalmente senza porsi problemi.
"Mi sono liberato adesso. E' da poco passato mezzogiorno che ne dici se ci prendiamo un aperitivo? Sarò da te tra 10 minuti...parcheggio permettendo"
"Certo, riesci a raggiungermi al Caffè Viennese?" risponde quasi immediatamente Francesca su Whatsapp. Il parcheggio risulta un po' ostico trovandosi in pieno centro ma la fortuna mi assiste, facendomi evitare diversi giri nei dintorni della piazza centrale. Raggiungo a piedi il Caffè, poco distante dal parcheggio, trovando lei già seduta al tavolino, vestita in modo sobrio ma elegante, con un gonna nera al ginocchio e una camicetta chiara con una bella scollatura che faceva intravvedere il suo generoso seno assieme alla sua grande collana, catturando immediatamente la mia attenzione da dietro gli occhiali da sole.
"Sono arrivata adesso, ho appena chiuso..." esordisce Francesca mentre ci salutiamo con un innocente bacio sulla guancia, riferendosi alla chiusura del mattino dell'attività distante 50m dove lei lavorava come segretaria.
"Bene! Abbiamo avuto un perfetto sincronismo!" Ribatto io, incominciando a raccontare un noioso aneddoto accaduto in mattinata, per fortuna interrotto subito dal cameriere che si avvicina al tavolo per l'ordinazione. Colti alla sprovvista ci guardiamo e lei esclama "Spritz!" io annuisco, confermando la stessa scelta anche per me: solitamente preferisco sorseggiare i vini ma ogni tanto adoro concedermi qualche diversivo.
C'era poca gente al bar, per cui la nostra ordinazione arriva subito con alcuni stuzzichini che incominciamo subito a mangiare visto l'orario e la fame che sopraggiungevano inesorabili.
" Certo che è un peccato che non riusciamo a fare uno dei nostri soliti venerdì" dico, mentre sorseggio lo spritz.
Francesca mi guarda sorridendo, chinando un po' la testa mostrandomi i suoi occhi da sotto gli occhiali da sole "Già, è un peccato. Ma è andata così…"
Sorrido anche io mentre la guardo finire di sorseggiare l'aperitivo, con un sorriso a metà strada tra il compiaciuto e la mezza ebrezza dello spritz a stomaco quasi vuoto. Quella frase ci aveva tutto ad un tratto riportati alla nostra dimensione di piacere, interrompendo le nostre chiacchiere con i nostri pensieri. Il tempo era passato velocemente e stavo per andare via quando lei decide di mostrarmi dove lavorava in quanto avevo sempre sentito parlarne nei nostri messaggi ma non avevo (ovviamente) mai avuto modo di vederlo di persona.
Andiamo via dal bar e nella traversa poco distante e poco trafficata dalle macchine, arriviamo all'ingresso dove lei solleva la saracinesca automatica a metà, per consentire il nostro ingresso passando chinati sotto. Era un ambiente piccolo con la scrivania quasi frontale all'ingresso, dove Francesca si siede e mi tira a sè per i pantaloni iniziando a sganciarmeli
La voglia reciproca, coadiuvata dall'euforia alcolica dello spritz era arrivata al capolinea: il mio cazzo era già turgido mentre facevamo l'aperitivo e in quel momento Francesca lo stava estraendo con le sue mani avvicinando le sue labbra che iniziano ad accarezzare la cappella, facendo roteare la lingua delicatamente attorno fino a farlo sparire totalmente in bocca per poi farlo riemergere. Io tenevo la sua testa accarezzando i suoi capelli e con l'altra mano tastavo il suo seno dall'ampia scollatura della camicetta mentre a due passi da noi si intravvedeva la strada con alcune persone e veicoli che passavano davanti: tutto ad un tratto, assieme all'eccitazione del desiderio sessuale si mischia l'eccitazione del momento furtivo in un luogo un po' insolito. Francesca incominciava a mugolare nel suo piacevolissimo lavoro di bocca e ciò rendeva ancora più probabile che qualche passante potesse capire cosa accadeva dentro se passeggiava lentamente all'esterno.
"Cazzo, vai piano....stai rischiando di farmi venire subito!", borbottai sottovoce, facendola sollevare in piedi e baciandola, mentre una mia mano sinistra solleva la sua gonna e afferravo fortemente le sue chiappa, l'altra mano si intrufolava dentro le sue mutande tastando il suo sesso. "Sei fradicia!" esclamai mentre il mio dito medio si faceva facilmente strada nella sua figa bagnatissima e vogliosa. Lei continuava a mugolare per il piacere mentre le mie dita la massaggiavano lentamente dentro.
La faccio sedere sulla scrivania e le sfilo totalmente le mutandine intrise dei suoi umori, ponendomi in ginocchio di fronte a lei, tenendo la sua gamba sollevata mentre l'altra poggiava sulla poltrona e affondo la mia bocca affamata sulla sua figa bagnatissima iniziando a leccare di piacere il suo nettare.
La mia lingua si immergeva all'interno, scorrendo lentamente dal basso verso l'alto, soffermandomi sul suo clitoride rigonfio, mentre con le dita infilate la masturbo lentamente internamente e continuo esternamente con le mie labbra e con la lingua ad assaporarla. Il mio cazzo sta per esplodere in quella degustazione, gonfio di desiderio di immergersi al più presto in quel piacevole calore che percepivano solo le mie dita e non riesco più a resistere, ponendomi in piedi e sfregandolo inizialmente nelle sue umide labbra, lo infilo lentamente mentre lei esorta di scoparla.
Il mio bacino si avvicina totalmente al suo, tenendo le sue gambe sollevate, mentre con le mani lei si teneva aggrappata alle mie spalle, io incomincio a spingere sempre più forte fino a far echeggiare nell'ambiente i suoni della nostra scopata, frammisti ai mugolii di entrambi, perché nel frattempo anche io li emettevo, frammisti a dei sospiri affannati.
Nel frattempo, Francesca emetteva dei piccoli gridolini "Siiihh, sbattimi!".
Attraverso la fine porta vetrata, intravvedo che una ragazza si sofferma un attimo davanti alla serranda per sentire meglio, per poi continuare a camminare, io continuo a scopare e non faccio nessuna allusione a questo per non rompere il momento di godimento reciproco. Anzi, accade che nell'eccitazione va a sommarsi proprio quella piacevole ed eccitante sensazione di proibito data da quell’atmosfera e ambientazione furtiva e la voce di Francesca, sempre più soffocata che mi dice che sta arrivando al culmine del suo piacere, innescano anche in me il raggiungimento del mio piacere.
Nel pieno del mio piacevole affanno e tra i suoi gridolini, le esplodo di piacere dentro, inondandola di abbondante e calda crema.
Per alcuni attimi restiamo attaccati per riprendere il fiato, per poi allontanarmi da lei e vedere tutto il mio seme colare fluidamente a terra dalla sua figa rigonfia del piacere avuto.
"Francesca..... ma il bidet c'è qui?" esordisco io. E scoppiamo entrambi a ridere.
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